André Beaufort
Per presentare Monsieur Jacques Beaufort bisogna entrare nell’ottica del tutto a sé stante del suo modo di vivere, e di come lui stesso si pone nei confronti della natura, attraverso la creazione dello Champagne.
Non dimentichiamoci che la categoria più “governata” da parte dell’uomo è proprio quella delle più famigerate bollicine, specialmente nella fase post fermentativa, dove senza tecniche e formule ben precise, il vino non avrebbe completato il suo percorso produttivo, non potendo così diventare un vino complesso, desiderabile e ricco di fascino. Assodata questa realtà, che deriva da un’esigenza territoriale [maturazioni incompiute per via dell’esposizione più settentrionale rispetto al livello europeo], quindi è legittimo e giustificato l’intervento da parte del produttore nel conformare la fisionomia del futuro vino.
Le differenze che riscontriamo tra uno Champagne e l’altro ci riconducono alle differenti filosofie adottate da parte delle Grandi Maison e/o dei Petit Vigneron.
La grandezza nella concezione “beaufortiana” consiste proprio nella libertà di contemplare i suoi millesimi esaltando i loro caratteri fruttati nel corso del tempo.
Tuttavia, la purezza del frutto e la longevità di cui sono dotati questi Champagne, non formano il loro carattere finale, che invece deriva dalle rigorose metodologie applicate da Jacques, da lui conosciute e a nessun altro rilevate.
La nascita di uno Champagne richiede un lungo tempo ed è proporzionata alla creazione della sue bollicine, che devono risultare fini e numerose. La complessità dei suoi profumi scaturisce in relazione al trattamento delle uve, in questo caso parliamo di omeopatia e aromaterapia applicata nel vigneto.
Mantenendo l’integrità del frutto, con adeguati dosaggi nelle fasi decisive della lavorazione, ossia quella che innesca la seconda fermentazione e quella che plasmerà il gusto finale della sua morbidezza - dolcezza, si tracciano le specificità intrinseche dello champagne, così detto – lo Stile della Maison. È curioso notare, come i vecchi millesimati si apprezzano bevuti a temperatura ambiente e in calici, che sono differenti da quelli dalla forma panciuta utilizzati in Italia. La fusione tra gli aromi e le bollicine risulta molto più armonica e naturale con una percezione complessiva diversa e finora sconosciuta. Ecco come si consumano i vini secondo il Vigneron di Ambonnay: in tranquillità e con un pacifico approccio.
La Maison è stata fondata da André Beaufort nel 1933 e si sviluppa su sette ettari di vigneti nelle zone di Ambonnay [classificata Grand Cru] e Polisy nella Cote des Bars, la parte più meridionale della Champagne confinante con la Borgogna.
Grazie all’impegno di Jaques, figlio di André, che dal 1969 ha inziato ad utilizzare esclusivamente preparati naturali per il trattamento delle sue vigne, lo champagne A.Beaufort è oggi considerato uno dei migliori prodotti Bio della regione.
L’azienda, NM négociant – manipolant, utilizza uve provenienti da terreni coltivati al 65% pinot nero e 35% chardonnay e tutte le fasi, dalla raccolta alla lavorazione in cantina, sono svolte nel pieno rispetto delle normative Bio, sotto la guida attenta di Jaques e di alcuni dei suoi figli.
La produzione annuale è di circa 30 mila bottiglie (in base all'andamento climatico), un numero esiguo distribuito nelle tipologie Brut, Demi – Sec, Doux – Rosè. I Millesimati costituiscono ¾ della totalità produttiva della Maison.
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